Sicuramente la medicina funzionale non ha inventato la dieta keto: sono più di 30 anni che una fetta – seppur ridotta, di professionisti della salute consiglia una dieta Low Carb, uno stile di vita dove i carboidrati non sono il centro dell’alimentazione e vanno tenuti sotto controllo. Resta però un matrimonio molto importante, nel quale molti problemi trovano risoluzione.
La dieta keto
La dieta keto, dal punto di vista funzionale, conferma la riduzione sostanziale di peso, la gestione e prevenzione delle malattie (in particolare quelle infiammatorie),sostiene l’attività sportiva.
Questa tipologia di alimentazione implica molto di più che evitare semplicemente i carboidrati. Si tratta, infatti, di includere gli acidi grassi – in particolare i trigliceridi a catena media, e di modulare l’assunzione di proteine secondo le esigenze e rispetto all’obiettivo che ci si pone.
Ho parlato della keto diverse volte, in particolare in questo articolo.
Nello specifico, la dieta chetogenica prevede un basso contenuto di carboidrati a base di verdure, grassi sani e proteine. Il corpo, in questo modo, passa dal bruciare glucosio al grasso corporeo che ha in “magazzino”.
La keto dal punto di vista funzionale
La medicina funzionale è quel particolare approccio che permette di ritrovare benessere e salute attraverso l’analisi e la valutazione del quadro generale della vita del paziente. In particolare, mi riferisco alla storia clinica, alla genetica, al contesto sociale, lavorativo e affettivo, all’alimentazione, allo sport, alla gestione dello stress, alla qualità del sonno e così via.
Tutto questo influisce profondamente sulla nostra salute.
Proprio in virtù di questa premessa, la medicina funzionale si può definire come un approccio che utilizza il miglioramente dell’ambiente che viviamo, la nutrizione, lo stile di vita (sonno, stress ed esercizio fisico) e l’integrazione come modulazione e gestione dello stato di salute dell’organismo del paziente, supportandolo.
L’obiettivo finale della medicina funzionale è quello di ripristinare l’organismo del paziente al suo stato di equilibrio iniziale o, almeno, ad una situazione quanto più vicina a quello.
La dieta chetogenica condotta da un professionista della salute che segue l’approccio funzionale prevede l’analisi e la pianificazione di una dieta a basso contenuto di carboidrati, il sostegno per integrare correttamente i nutrienti mancanti e la dieta all’interno della routine quotidiana (i pasti, la spesa, come cucinare gli alimenti, le uscite).
Seguire una dieta chetogena dal punto di vista funzionale vuol dire non patire la fame ma intrecciare stile di vita con gli obiettivi e il nuovo programma alimentare mantenendo positiva e dinamica la routine senza perdere motivazione e consapevolezza.
I grassi hanno un ruolo cruciale per la salute
Il grasso è sempre stato considerato il nemico giurato di ogni corpo. Nulla di più sbagliato, anzi: il grasso (ovviamente, quello buono) svolge un ruolo cruciale nel nostro percorso verso il benessere.
Rispetto a quanto sosteneva negli anni 50 e 60 il dottor A. Keys, il grasso non è il male, non causa obesità e non provoca malattie cardiache. Questo “luminare” ha lavorato producendo una ricerca basata sulle correlazioni, non sul rapporto tra causa ed effetto e il risultato è la demonizzazione di un qualcosa che fa davvero bene. L’industria dello zucchero, però, pagava bene e quindi siamo alle solite: le linee guida per l’alimentazione in America furono redatte dalle stesse persone e, ancora, è diventata convinzione diffusa che il grasso fa male, lo zucchero non fa mica danni.
Immagina un’espressione colorita, ecco.
Da qui nasce la piramide alimentare dove grassi e oli diventano veri e propri mostri, gli zuccheri e i carboidrati angeli con tanto di annunciazione celeste. Fino a metà degli anni 90 questa è stata la regola: i carboidrati sono utili, i grassi fanno male.
Peccato che non sia proprio così, te lo spiego in questo articolo.
Poi, ci siamo decisi a capire per bene se tutto quello che stavano sostendendo in America era vero e, no! Non lo era. Non c’erano prove che il grasso fosse dannoso, che il colesterolo buono non nuoce gravemente alla salute e che i prodotti a basso contenuto di grassi non servono poi così tanto.
Ma non è l’unico mito da sfatare. Ne parleremo in un prossimo articolo. Quello su cui mi voglio concentrare è il concetto che anche tutti i pregiudizi sulla dieta chetogena sono sbagliati.
Ti spiego il perché.
Siamo abituati da sempre a digiunare
Siamo esseri dotati di una biologia che ci permette di sopravvivere a periodi di scarsità dalla preistoria, a far lavorare il metabolismo in periodi di abbondanza. Nel mezzo, c’è la chetosi.
Il passaggio dal metabolismo degli zuccheri a quello dei grassi, per l’essere umano, è una questione di biologia. Un allenamento a cui siamo predisposti geneticamente. Siamo in grado di adattarci.
La chetosi è ciò che il grasso produce nell’organismo quando passa a bruciare i grassi: il metabolismo accelera, la fame si riduce, le cellule di grasso lo rilasciano e ne bruciano in abbondanza. Ridurre la quantità di carboidrati serve principalmente ad evitare che questi blocchino la combustione dei grassi.
La cosa fondamentale è infatti la scelta dei carboidrati: se mangio pasta è un problema, se mangio le verdure (che sono sempre carboidrati) allora sto favorendo la mia dieta keto. Il tipo e la qualità dei carboidrati che inserisci nella tua dieta fanno la differenza.
I benefici della dieta chetogenica
La dieta chetogenica ha tanti vantaggi per il corpo e la salute: mantiene la massa muscolare, la combustione dei grassi, riduce la fame, stimola tutti i benefici che la riduzione dell’infiammazione produce sull’organismo e aiuta la modulazione della risposta autoimmune, sostiene il sistema immunitario.
Non si fermano qua i benefici della dieta chetogenica: seguire questo regime alimentare riduce anche i rischi di sviluppare malattie cardiache, migliora il colesterolo, la glicemia, la pressione sanguigna, l’HDL (colesterolo buono), l’insulina, l’infiammazione. Aiuta a proteggersi dal diabete e altre malattie.
Ci sarebbe ancora molto da dire sull’argomento. Fammi conoscere i tuoi dubbi o contattami qui per una visita nutrizionale!